Alla scoperta di Bruxelles

Bruxelles può venire considerata come una bella “ragazza della porta accanto” ad una festa con fotomodelle e attrici famose; magari nessuno la noterà per prima, ma una volta che se la troverà davanti, non potrà negarne la bellezza.

Forse nessuno sceglierebbe Bruxelles come prima destinazione, se magari non ha visto – restando giusto in Europa – colossi come Londra, Parigi, Praga, Vienna, piuttosto che città sul mare per chi ha bisogno anche della spiaggia, o i paesi scandinavi per chi sente il richiamo del grande nord, ma qualche giorno passato a Bruxelles si rivelerà piacevole e a tratti sorprendente anche se il confronto con città ben più famose sembra, sulla carta, impari.

Se appunto si è già viaggiato un po’ la prima impressione che si ha di Bruxelles è quella di un ibrido tra le atmosfere francesi provenienti da sud, e l’architettura olandese che sconfina dal nord, e regala alle case uno stile molto simile a quello ammirabile ad Amsterdam.

Pian piano la città però rivela la sua essenza, man mano che ci si aggira per le sue strade e se ne visitano i luoghi più famosi.
Ci sono alcune peculiarità di Bruxelles che saltano presto all’occhio; prima di tutto è una città tranquilla, certo visitarla ad Agosto come ho fatto io aiuta a non trovarsi in mezzo alla calca lavorativa, ma si tratta comunque di una capitale e città d’arte, ci si aspetta tanto movimento… invece si può stare, per esempio, davanti al larghissimo viale che costeggia il palazzo reale in pieno centro città e non vedere passare praticamente nessuno. Alla fine c’è gente in giro, ma non ci sono certo le calche delle altre capitali.

Per la mobilità hanno un grandissimo successo i monopattini pubblici, prenotabili tramite app; dovunque si gira prima o poi se ne trova uno appoggiato da qualche parte pronto per essere usato. I trasporti danno l’idea di funzionare bene, ma pochissime stazioni della metro sono dotate di aria condizionata. A loro discolpa c’è da dire che, realisticamente, non ne hanno mai avuto un essenziale bisogno, ma la situazione temo che cambierà nei prossimi anni, di certo è già cambiata per i caldissimi giorni che mi hanno accolto.

In ambito gastronomico, il Belgio è famoso per il cioccolato, e ne hanno una grande considerazione – i negozi di praline sembrano gioiellerie, e le confezioni di cioccolato sembrano appunto curate come quelli per i gioielli. E non sarà certo io a controbattere a chi dirà che il cioccolato va trattato come una pietra preziosa : D

Dal mangiare al bere, anche la birra non è esattamente sconosciuta in Belgio, e quando si vanno a confrontare i prezzi si nota che la normale acqua costa tantissimo – una sorta di punizione per scegliere l’acqua quando ci sono così tanti tipi di birre da degustare?

Va inoltre notata ironicamente una certa fissazione col fare pipì, in quanto non solo uno dei simboli della città è il Manneken Pis, statuetta di un bambino che fa pipì in cima a una fontana e che viene periodicamente vestito a seconda delle occasioni, ma in giro per la città ci sono anche la statue di una bambina e di un cane intenti nella medesima operazione… sarebbe un tour simpatico da proporre, alla ricerca delle statue che urinano! (Io ne ho viste due su tre, niente en plein).

Ma queste sono giusto qualcuna delle particolarità di Bruxelles, una città molto bella che si lascia scoprire in poco tempo, dato che pur non essendo di certo piccola, non è esattamente una metropoli; basta infatti un solo giorno, magari quello d’arrivo, per visitarne già una buona parte come il quartiere europeo, il parco del Cinquecentenario e la zona del palazzo reale, sul cui retro si apre la bellissima vista del Mont des Arts.

E su cosa punta il Mont des Arts? cosa cattura immediatamente la vista guardando da questa bellissima collina posta in cima a un parco pieno di fiori? la guglia del municipio che si trova nella Piazza Grande, il cuore pulsante di Bruxelles e una delle piazze più belle d’Europa.

Bruxelles è compatta, le attrazioni non sono lontane tra di loro e diventa quasi difficile suggerire un percorso lineare per vedere tutto, dal tanto che i vari monumenti sono relativamente vicini (per fare un esempio pratico: se dal Mont des Arts si scende dritti dritti verso la piazza, la cattedrale viene tagliata fuori, che comunque è così vicina da consentire di arrivare alla piazza passando da una via e una piazzetta bellissime che non si vedono arrivando dal Mont des Arts), ma prima o poi chiunque visiti Bruxelles dovrà pur concedersi una visita alla Piazza Grande, sarebbe imperdonabile non vederla.

Vederla tante volte in foto non prepara al colpo d’occhio una volta che ci si arriva: la maestosa eleganza, la raffinatezza dei palazzi (non esiste solo il municipio o il dirimpettaio museo cittadino in stile gotico, ogni edificio che si affaccia sulla piazza e che apparteneva alle antiche corporazioni commerciali è assolutamente stupendo), e la visione d’insieme di questa piazza che accoglie ed avvolge come un salotto a cielo aperto sono impareggiabili e hanno ben pochi rivali al mondo.

Non si possono contare le angolazioni da cui è possibile inquadrare questa super fotogenica piazza, che non ha palazzi banali (il più “brutto” sarebbe il più bello in una qualsiasi altra città che non abbia particolari elementi turistici) e da cui è difficile andarsene, essendo bella in tutti i momenti del giorno: di mattina, quando la facciata del municipio è illuminata dal sole, di pomeriggio, quando la luce intensa dei pomeriggi estivi esalta ancora di più le decorazioni dei vari palazzi, e ovviamente di sera, quando una curiosa abitudine porta la gente a sdraiarsi tutti per terra come se si fosse in un prato, mentre tutt’intorno si accendono le luci.

E ovviamente anche la sera è uno spettacolo a sé stante; ho spesso lodato su queste pagine l’incanto dell’ora blu, il momento di incontro tra l’ultima luce naturale del giorno e le prime artificiali della sera, e la Piazza Grande di Bruxelles non fa eccezione. Testimoniare il momento esatto in cui si accendono i lampioni e la piazza si trasforma di fronte ai propri occhi è come assistere ad una magia, ad un’opera teatrale in cui la piazza stessa è il palcoscenico, e gli attori sono chiunque si trovi in piazza a godere di questo spettacolo.
Tutto il momento che accompagna l’accensione delle prime luci fino al completo arrivo del buio della notte, quando la piazza scintilla baciata dai lampioni e dalle luci dei palazzi antichi, offre ogni minuto uno spettacolo diverso e mai uguale, ed è da assaporare anche solo semplicemente stando al centro della piazza e girando su se stessi ammirando tanta bellezza urbana.

Questa piazza come detto è l’indiscusso centro di Bruxelles, a qui converge tutto e da qui si possono prendere tutte le altre strade, come quella ad esempio che passando a fianco del municipio porta dal Manneken Pis (rispetto per la sua storia e per il simpatico simbolo che è diventato, ma non è niente di più che una statuetta di un bambino che fa pipì, non fosse famoso si farebbe fatica a notarlo passandoci sotto) e da lì ad una salita che accompagna al delizioso quartiere di Sablon.

Due belle chiese, di cui una proprio maestosa e regale al fine della piazza centrale del quartiere, a sua volta raggiungibile attraverso una pittoresca via in salita costeggiata su entrambi i lati da antiche abitazioni – una mini città nella città, lo stile non cambia e ci si sente sempre a Bruxelles, ma l’identità del quartiere si può comunque percepire, a passeggio nella piazza di Sablon o sostando in uno dei bar che danno sulle vie che portano, in salita, a tale piazza.

Sempre un’ulteriore salita (io in realtà l’ho fatta in discesa, come detto Bruxelles è molto compatta e non c’è un unico percorso lineare da seguire) può portare invece fuori dal quartiere e al cospetto del Palazzo di Giustizia, che definire “imponente” è un eufemismo. E’ veramente maestoso, enorme, la sua grande cupola la si nota da tantissimi punti della città, ed è un peccato che le impalcature che da anni lo sostengono per via di lavori in corso lo facciano apparire come una sorta di mostro di cemento, imprigionandone un po’ la sua inquietante bellezza. Quello che non è bloccato è la vista panoramica dalla terrazza che vi si trova a fianco, dove si può ammirare buona parte di Bruxelles e darci uno sguardo da sopra i tetti.

L’ennesima prova che tutto è relativamente vicino in centro a Bruxelles è data dal fatto che uno dei vialoni che dipartono da davanti il palazzo di giustizia, oltre a passare dietro la chiesa di Sablon, conduce direttamente alla piazza che presiede il Mont des Arts, da cui si può scegliere nuovamente quale strada verso il centro percorrere.

Una può portare all’imponente cattedrale, bianca e gotica che spunta in mezzo agli alberi; è bellissimo arrivarci attraverso il piccolo parco che vi si trova davanti, e scoprire la facciata piano piano, per poi godersela tutta magari seduti su una delle sdraio posizionate davanti ad essa, o girandoci intorno per ammirarne il resto delle arcate e delle finestre (e ovviamente vale la pena entrarci!).

Una volta lasciata la chiesa, si può di nuovo convergere verso la piazza centrale, e si può “navigare a vista” in un certo senso e tenere la guglia del municipio come riferimento – ci si trova così a scendere per una via costellata da eleganti palazzi, che sfociano in una piazzetta deliziosa e dal gusto un po’ francese, che ci si aspetterebbe di trovare dalle parti di Montmartre.  Siamo in pieno centro quindi ogni strada che si percorre qui porta a vedere palazzi belli e sfarzosi, una sfilza di ristoranti, pian piano si scopre quello di cui non ci si rende conto subito durante i primi momenti della visita, ovvero che il centro è interconnesso e che quindi la chiesetta che si raggiunge è quella che si intravedeva dalla base del Mont des Arts, che le viuzze che si aprono davanti sono piene di casette colorate e caratteristiche che poi convergono verso la Piazza Grande, che si raggiunge anche se si prosegue dalla precedente piazzetta col vantaggio aggiunto di passare per l’ingresso della lunga galleria Saint-Hubert, dove al coperto (posto ideale in caso di maltempo, quindi) ci si può godere sui due lati una lunga catena di negozi; come detto prima in Belgio trattano il cioccolato come se fosse gioielleria, quindi non bisogna farsi ingannare dallo sfarzo della galleria, quella vetrina che lascia pensare che esponga pietre preziose in realtà è l’ennesimo negozio di dolci!

Una volta percorsa tutta la galleria ci si trova in zone che ci si rende conto che scendono dal Mont des Arts… l’esplorazione del centro di Bruxelles è un continuo ricollegarsi di punti, un capire che qualcosa che sulla cartina sembrava lontano è vicino, che alla fine i punti sulla mappa non sono piazze e monumenti lontani da visitare in più giorni, ma che si possono vedere in mezza giornata. E’ sempre bello “impadronirsi” di una città, capire come funziona, come ci si sposta, quali sono le scorciatoie tra i vari monumenti, e a Bruxelles questo può succedere relativamente in poco tempo.

C’è comunque qualcosa di effettivamente lontano dal centro – uno dei suoi monumenti più famosi, l’Atomium. Io lo conoscevo da tempo, se ne parlava in un libro per ragazzi che avevo da piccolo, quindi molto prima che scoprissi tutte le sfaccettature di Bruxelles, sapevo che vi si trovava l’Atomium. Vederlo nel millennio successivo a quello in cui l’ho scoperto è stata una bella soddisfazione, e questo atomo un tantinello cresciuto (rappresenta un cristallo di ferro ingrandito 165 miliardi di volte) offre un bellissimo colpo d’occhio quando lo si vede comparire da lontano, in fondo al viale che magari si imbocca grazie al bus turistico che porta all’Atomium passando per il quartiere di Laeken, dove si trova una gran bella chiesa, la residenza personale dei reali del Belgio e un vastissimo parco, in cui appunto spunta l’Atomium, acciaio in mezzo al verde che lo circonda. E’ bello trovarsi sotto l’imponente monumento che è uno dei simboli del Belgio e di Bruxelles, e potergli immediatamente voltargli le spalle e perdersi in mezzo a un bosco, completamente circondati dalla natura (al massimo da qualche angolazione si nota una delle sfere più alte), per poi uscirne e trovarsi davanti un futuristico atomo gigante che attira centinaia di turisti e invita ovviamente a salirci per godere della vista di Bruxelles dall’alto.

Sempre tornando indietro col bus si può passare da altri quartieri di Bruxelles, come quello che ospita la basilica del Sacro Cuore (anch’essa in cima a una collina come quella più famosa di Montmartre a cui è chiaramente ispirata), e da cui poi si riconverge verso il centro, passando poi da posti che magari si rivedono la sera dopo… tutto interconnesso, tutto relativamente vicino, e tutto da scoprire, e ce ne sarebbero ancora di posti da menzionare (uno su tutti, il quartiere di Dansaert, che ospita un sacco di punti d’interesse: la Borsa, viali di centri di commerciali, la bellissima chiesa di San Caterina e le piazzette che vi si trovano sia davanti che sul fianco, che contribuiscono a dare l’idea di un piccolo paesino incastonato in una città capitale), ma dopo aver visitato tutto quanto descritto sopra, non si potrà negare che Bruxelles è piena di sorprese capaci di conquistare i visitatori.

 

Forse, come detto all’inizio, Bruxelles non può competere con città più grandi e famose o comunque destinazioni universalmente ambite, ma sarà difficile rimanere delusi da una città accogliente, rilassante, con una delle piazze più belle d’Europa e tantissimi altri monumenti tutti a portata di camminata, che ne fanno una città capitale e intima al tempo stesso, grande ma a misura d’uomo, con tanti quartieri graziosi, case e palazzi di cui innamorarsi e sognare di viverci, e a cui legare tanti ricordi, che siano quelli di un pub dove si è bevuti la propria birra preferita, del negozio di cioccolato più goloso in cui si è mai entrati, o semplicemente di belle giornate passate in una stupenda città che sa come farsi amare.

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